referendum
8 e 9 giugno
5 sì per lavoro e cittadinanza
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Stop ai licenziamenti illegittimi
Nelle imprese con più di 15 dipendenti, dopo il Jobs Act le lavoratrici e i lavoratori non possono riavere indietro il proprio posto di lavoro anche nel caso in cui il giudice gli dia ragione e dichiari ingiusta l’interruzione del rapporto. Stop ai licenziamenti privi di giusta causa.
- 2
Più tutele per lavoratrici e lavoratori delle piccole imprese
Nelle imprese fino a 15 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo, oggi una lavoratrice o un lavoratore possono ottenere al massimo 6 mensilità di risarcimento, anche se il giudice gli dà pienamente ragione. Aumentiamo l’indennizzo sulla base della capacità economica dell’azienda e dei carichi familiari di chi lavora.
- 3
Riduzione del lavoro precario
In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. Oggi è consentito mantenere in precarietà chi lavora fino a ben 12 mesi. Rendiamo il lavoro più stabile ripristinando le causali: se un’azienda vuole fare un contratto precario deve almeno essere obbligata a dire perché.
- 4
Più sicurezza sul lavoro
Ogni singolo giorno in Italia ci sono in media 1370 infortuni sul lavoro, di cui 3 mortali. L’azienda che dà in appalto un lavoro a un’altra impresa deve essere responsabile della sicurezza del proprio cantiere tanto quanto chi esegue i lavori. Allarghiamo la responsabilità all’imprenditore committente per diminuire gli infortuni e le morti sul lavoro.
- 5
Diritto alla cittadinanza
Riduciamo da 10 a 5 gli anni di residenza legale richiesti per ottenere la cittadinanza italiana. Rendiamo cittadini e cittadine 2,5 milioni di persone che oggi già abitano, studiano e lavorano nel nostro Paese. La cittadinanza verrebbe estesa anche alle seconde generazioni minorenni che sono nate o sempre vissute in Italia ma non hanno gli stessi diritti dei loro coetanei.